Senza titolo-1Simone Cristicchi ci ha accolto con un po’ di timidezza e grande semplicità, narrandoci una storia vera, quella di suo nonno, che è stato un alpino e ha combattuto in Russia durante la Seconda guerra mondiale.

Ci ha spiegato come il nonno lo abbia aiutato a superare i momenti difficili della sua vita, in particolare la morte del padre quando era un ragazzo della nostra età. Lui non è stato uno studente brillante, ma ci ha fatto capire come sia importante esprimere se stessi e inseguire i propri sogni, mettendo a frutto i propri talenti, come ha fatto lui con la musica e il teatro; ciascuno di noi allora merita un “DieciPiù” nella vita. Questo è il titolo della rassegna teatrale presentata al teatro Zanon il giorno 11 gennaio, in presenza di studenti di varie scuole medie e superiori, che coinvolgerà anche un gruppo di alunni delle classi seconde della nostra scuola. Il tema degli spettacoli sarà quello dell’inclusione sociale, di chi spesso nella vita risulta emarginato e non compreso dagli altri.

L’incontro con Simone è stato il punto di partenza del progetto ed il tema affrontato  è quello della malattia mentale, attraverso una riflessione sui contenuti del documentario “Dall’altra parte del cancello”, realizzato da Cristicchi una decina d’anni fa e da tutti noi visto a scuola. Il documentario, poetico e toccante, è una raccolta di filmati girati durante un lungo viaggio compiuto dall’autore attraverso vari ex “manicomi” e centri di igiene mentale italiani; raccoglie interviste a pazienti, medici, infermieri e anche la sua bellissima canzone “Ti regalerò una rosa”, con cui l’artista ha vinto nel 2007 il Festival di Sanremo.

Alcuni di noi hanno espresso delle riflessioni sul tema dei “matti” e fatto delle domande sul filmato, che ci ha fatto capire come le vecchie strutture psichiatriche fossero in alcuni casi delle “prigioni”, che non facevano guarire le persone malate, ma annullavano la loro personalità. Attraverso le interviste, abbiamo potuto conoscere le storie di tante persone dotate di umanità e sensibilità. Ciascuno di noi ha potuto comprendere che i matti sono persone uguali a noi, che non vanno emarginate ma ascoltate, in quanto hanno tanto da insegnarci. Sono, come dice Simone, degli “inviati speciali” che raccontano quello che gli altri non riescono a vedere e hanno bisogno d’attenzione e affetto per stare meglio. Ciascuno di noi ha dentro di sé un po’ di follia e quindi tutti noi siamo un po’ matti, dipende da che parte si chiude il cancello.

 

Classe 2^D