Cividale_del_Friuli_005Martedì 7 marzo con la nostra classe 1^B, assieme alla 1^I e alla 1^H, abbiamo visitato la bella cittadella di Cividale del Friuli. Il viaggio da Udine a Cividale è durato una ventina di minuti ed è stato divertente servirsi del simpatico trenino della FUC.

La nostra prima tappa è stata il museo archeologico dove ci aspettava l’archeologa,  dott.ssa Chiara Magrini, che ci ha seguito in una prima attività di laboratorio: costruzione con il gesso a presa rapida di decorazioni d’arte longobarda in stampi di silicone. Mentre il gesso induriva, la dott.ssa ci ha accompagnato al tempietto longobardo: che sorpresa vederlo nelle sue architetture originali ora che gli stalli di legno sono smontati per un sistematico e completo restauro!

Al rientro al museo, abbiamo decorato e dipinto i nostri manufatti, successivamente l’archeologa ci ha guidato alla visita delle stanze museali. Abbiamo visto il corredo funebre e lo scheletro di guerriero longobardo, sepolto assieme al suo cavallo e di cui è stato rinvenuto lo scheletro. Nella teca accanto, c’erano parte dello scheletro e il corredo funebre di una donna longobarda di alto rango: fibule, fibbie d’oro e decorate con pasta vitrea colorata, pettini d’osso, collane di perle colorate ed altri piccoli monili. L’archeologa ci ha spiegato che nelle tombe si trovano solo oggetti che resistono alla decomposizione, cioè oggetti fatti di metallo, di osso, talvolta, di legno. E’raro trovare tessuti o pellami.

Anche lì abbiamo fatto un laboratorio: “Caccia all’opera d’arte”. Eravamo divisi in più gruppi ed ognuno doveva cercare alcuni manufatti ed indicare su cartine mute dove si trovavano, precisando la collocazione e il materiale di costruzione.

Per la pausa pranzo ci siamo fermati in pizzeria, dove insieme abbiamo mangiato una pizza gustosissima.

Nel pomeriggio abbiamo passeggiato lungo il ponte del Diavolo e verso il belvedere. Sembrerebbe che tantissimi anni fa, il ponte fosse stato costruito dal Diavolo, il quale come ricompensa chiese l’anima del primo che lo avrebbe attraversato. Restò beffato perché il primo che lo attraversò fu un cane.

Poi siamo entrati al museo cristiano per vedere l’ara di Ratchis accendersi di mille colori, così com’era decorata al tempo del grande duca.

Dopo un buon gelato, abbiamo raggiunto la stazioncina per prendere il treno e ritornare a Udine.

E’ stata una gita istruttiva e divertente e l’organizzazione ben articolata.

Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno datoci dall’Associazione Italia Langobardorum, all’interessamento della dott. sa e, naturalmente, dei nostri insegnanti.

 

1^I