IMG-20181204-WA0009I bambini della quarta classe della Lea d’Orlandi hanno riscoperto il piacere di aspettare il Postino.

Da qualche mese, infatti, hanno intrapreso l’antica avventura dell’amicizia di penna con altri bambini della loro età che vivono lontano, ma che si sono rivelati vicinissimi per interessi e vissuti di ogni giorno.

La corrispondenza, rigorosamente cartacea, scritta a mano, infilata in una grande busta gialla, spedita dopo avere acquistato e incollato francobolli veri e scritto un indirizzo, è gestita da tutta la classe che si impegna a scrivere una lettera collettiva alla classe amica di penna oppure tante lettere individuali indirizzate, singolarmente, a ciascun bambino. Nella bustona gialla, vengono infilati anche autoritratti, disegnati e colorati accuratamente per farli essere il più possibile somiglianti, disegni e racconti per fare partecipi gli amici lontani dei libri che leggono, delle esperienze che vivono, delle cose che imparano, dei sogni e dei desideri, delle squadre del cuore e, come dice sempre uno dei bambini di quarta; “dei nostri talenti” e perfino piccoli oggetti divertenti, costruiti utilizzando i bellissimi e super nuovi E-Laboratori della nostra scuola.

I bambini sono così contenti di questa esperienza che le classi “amiche di penna” sono diventate due, una a Milano, in una scuola unica in Italia per il metodo didattico a cui fa riferimento, la Scuola Rinnovata Pizzigoni, in cui gli alunni coltivano orto e frutteto e si occupano dei molti animali, piccoli e grandi, che vivono negli spazi aperti di cui la Scuola Rinnovata dispone; e un’altra classe quarta, a San Vito al Tagliamento, una classe lontana/vicina, dunque, con cui già si progettano incontri dal vivo.

Il senso di questo lavoro, che comporta un impegno non da poco, sta nella convinzione profonda delle insegnanti coinvolte rispetto alla necessità di scrivere con uno scopo,  di scrivere a qualcuno che leggerà con interesse e senza giudicare, di scrivere per comunicare emozioni, pensieri, eventi, di scrivere per raccontare, per dare valore alla propria storia, alla propria “autobiografia”, intesa proprio come scrittura autobiografica, fondamentale per costruire consapevolezza di sè. 

Scoprire che si può comunicare senza smartphone, addirittura senza computer, che esistono buste e francobolli, indirizzi scritti a mano, che una lettera, ahimè, impiega anche due settimane ad arrivare, ma che, poi, arriva davvero ed è una festa aprirla e scoprire cosa c’è dentro e cosa ci hanno scritto gli amici, trova il suo senso nell’insegnare ai bambini che le cose possono convivere: che si possono usare E il computer, il tablet, lo smartphone E la penna, addirittura la penna stilografica; che si può comunicare rapidissimamente E con lentezza, perché se è assolutamente vero che la velocità incredibile che la comunicazione digitale consente, facilita la vita, è anche altrettanto vero che la lente-zza contiene la parola “lente” e ci permette, a volte, di vedere i dettagli.

Ragionare, dunque, in modalità E/E, piuttosto che in modalità O/O è un’opportunità, un’occasione importante che un’amicizia di penna offre e valorizza. Una delle tante!

Giovanna Alborghetti