Noi alunni della 2^G assieme alla 2^E il 3 ottobre ci siamo recati in Piazza Libertà per partecipare ad un evento organizzato dalla Polizia Postale: Una Vita da Social. L’obiettivo di questo incontro è stato quello di farci riflettere sull’importanza di fare un uso consapevole dei dispositivi digitali, mettendoci in guardia dai rischi connessi ad un comportamento on-line irresponsabile. Nella stessa mattinata hanno partecipato all’iniziativa anche le classi 2^A e 3^I.

Arrivati in piazza Libertà, ci hanno accolti la Polizia Postale e il sindaco Fontanini. Poi abbiamo potuto incontrare anche due calciatori dell’Udinese calcio: Rolando Mandragora e Jan Kubala.

I due giovani campioni ci hanno rivelato l’uso che loro, anche in quanto personaggi pubblici, fanno dei social. Ci hanno fatto capire come sia importante dare il buon esempio ai ragazzi che li seguono e di come sia fondamentale usare sempre un linguaggio corretto e rispettoso degli altri.

La prima tappa del percorso era lo stand della Polizia Scientifica che ci ha spiegato come si rilevano le impronte digitali: hanno preso le impronte di due nostri compagni. La seconda tappa era la Polizia Stradale che ci ha fatto vedere come si utilizzano l’alcool test e il sensore di velocità dei mezzi.

La terza tappa si svolgeva dentro un grande truck. Un’ispettrice della polizia postale ci ha fatto riflettere sulla differenza tra bullismo e cyberbullismo e sui rischi on-line, ponendoci delle domande e. Alla fine ha regalato a tutti noi una penna con su scritto: Una Vita Da Social.

Alle 11.00 siamo rientrati a scuola e abbiamo finito le lezioni pensando alla bella mattinata passata e ai tanti spunti di riflessione forniti.

A cura di Angela Antoniali, Francesco Giorgiutti e Matteo Zoccolan (2^G)

Le nostre riflessioni sul tema….

“All’incontro con la Polizia Postale del 3 ottobre, sul truck delle forze dell’ordine, abbiamo parlato della differenza tra bullismo e cyberbullismo e di un fatto di cronaca accaduto a Roma, che riguarda una ragazza tredicenne che si è suicidata in quanto vittima di cyberbullismo. Ci hanno spiegato anche che dai 14 anni ai 18 si può finire in carcere minorile se si commette qualche grave reato on-line e che i genitori del colpevole, qualora il comportamento del figlio causi danni psicologici alla vittima, possono essere costretti a pagare multe altissime.

Hanno spiegato anche che qualcuno propone di abbassare l’età minima per l’imputabilità di un minore a 13 anni.” Asia Fattori (2^E)

“Secondo me è stato molto interessante capire come la polizia stradale lavora. Mi è piaciuto molto vedere le nostre impronte digitali al computer. Invece non mi è piaciuto per niente quando ci hanno detto che una ragazza di 13 anni si è suicidata a Roma a causa di atti di cyberbullismo; questo perché secondo me non è giusto che una ragazza o un ragazzo si tolga la vita per colpa di certi ragazzi per niente corretti. Amanda Brozi (2 E)

“La cosa che più mi ha colpito di questo incontro con la polizia postale, è stata la spiegazione che l’ispettrice ci ha dato in modo molto coinvolgente, sulla differenza tra bullismo e cyberbullismo, ovvero che una presa in giro o una parola detta in faccia, magari anche col sorriso, può essere scherzosa, ma detta da dietro uno schermo può essere fraintesa, creando situazioni anche pericolose. Questo mi ha fatto capire che se già il bullismo è grave, il cyberbullismo è gravissimo e può portare a situazioni molto drammatiche.”